Perché accade tutto questo?
Perché l’identità di un volto riusciamo a codificarla in merito alle relazioni spaziali tra i suoi tratti specifici, come il naso, gli occhi, la bocca, e siamo poco sensibili a queste parti, che poi di fatto lo compongono, ma non le notiamo il momento in cui un viso è posizionato male in uno spazio.
Il riconoscimento dei visi è un fenomeno a tal punto complesso, che il nostro cervello ha sviluppato nel tempo, un’area esclusivamente dedicata a questa azione. Immaginate l’importanza che gli diamo.
Tutto questo ha fatto sì che nel marketing e successivamente nel digital marketing, i volti siano stati utilizzati per creare una maggiore attrattiva nei confronti di prodotti e servizi, ché se viene associato qualcosa ad un “volto” sarà sicuramente più interessante per chi lo guarda. A mano a mano cresce il ruolo dei testimonial, degli ambassador, fino ad arrivare a quello degli influencer.
Immagini in cui è visibile il vostro volto, hanno il 38% di probabilità in più di ricevere dei like, e il 32% in più di ricevere dei commenti.
Il volto è sinonimo di autenticità, di umanizzazione, di sicurezza, attraverso un volto ci si ritrova, si prova vicinanza, quella che non conferirà mai un prodotto, tanto meno un servizio.
E il marketing lo sa bene. Un Mac non è mai stato solo un Mac, è un giovane, di bell’aspetto, innovativo e sul pezzo, casual e con grande creatività che tiene un Mac in mano.