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I SIGNIFICATI
DEI COLORI
NEL MARKETING
OGGI NON IERI

I significati dei colori nel marketing, oggi

Nel 2006, con lo studio sull’Impatto dei colori nel marketing, Singh confermò che l’opinione che abbiamo su un brand, si basa innanzitutto sul colore.

I colori sono importanti, perché stimolano le nostre emozioni e di conseguenza ogni nostro messaggio, se abbiniamo il colore idoneo alla sensazione che vogliamo produrre, acquista valore.

Per attirare l’attenzione degli utenti, il marketing utilizza da sempre l’associazione dei colori ai messaggi che veicola, per lo più affidandosi da anni a questo schema.


I significati dei colori abbinati alle nostre emozioni però, cambiano in base al contesto socio culturale che viviamo e con questo evolvono.

Nel 2003, Joe Hallock designer di Microsoft svolse uno studio che ancora oggi è ritenuto uno dei più autorevoli nel settore: l’Associazione dei colori, che mostra come a seconda del sesso ci siano differenti preferenze.

Quello che oggi dovremmo chiederci è se ancora dopo quasi due decenni, è così.

Non possiamo prescindere dai fattori ambientali e dal contesto socio-culturale, per comprendere la percezione che abbiamo oggi, non ieri, di uno stesso colore. Inoltre è assurdo non considerare l’evoluzione che la società ha subito in questi ultimi vent’anni.


La differenziazione tra rosa e celeste, uno considerato il colore più amato dal sesso femminile e l’altro da quello maschile, è l’esempio di quanto i cambiamenti sociali, possono cambiare la nostra percezione.

Per comprendere ciò che intendo, dobbiamo fare insieme un passo indietro, fino al 1918, quando la rivista francese Earnshaw’s Infants’ Department, descrisse il rosa come colore per i bambini, poiché derivante dal rosso, ritenuto un colore forte e deciso, legato al sangue versato nelle battaglie, e il blu per le bambine, tenue, puro e delicato, perché accomunato al colore del velo della Madonna.

E nel 1928 persino il Times confermò questa tendenza, basandosi sulle collezioni dei maggiori produttori di abbigliamento degli Stati Uniti.

Intorno agli anni ’40 le tendenze iniziarono a cambiare, associando i colori scuri e decisi al mondo degli affari, ad appannaggio per lo più degli uomini e quelli più tenui, chiari, morbidi e delicati, alla sfera femminile. La comunicazione e il marketing dei grandi brand iniziarono perciò a seguire questa tendenza. Un esempio è la Barbie e gli accessori che la accompagnavano, introdotta sul mercato proprio in quegli anni.


Questa differenziazione di genere sul colore fu poi contestata negli anni ’70, ma tornò in maniera preponderante negli anni ’80 e questo trending fu definitivamente confermato.

Eppure, lo studio condotto da Hallock, che ripetiamo, è considerato uno se non il più autorevole in materia, mostra come entrambi i sessi prediligono il blu al rosa.


La domanda che dovremmo porci è: “Visti i cambiamenti repentini che stiamo vivendo, è giusto che oggi il marketing per veicolare i propri messaggi, si basi su studi condotti così tanti anni fa?”

Dobbiamo iniziare a valutare il contesto socio-culturale odierno, per capire quali emozioni associare ai colori, e non rimanere immobili di fronte all’evoluzione, per far far crescere realmente i nostri brand.