Ci siamo sentiti tutti fuoriluogo, inadatti o poco competenti di fronte ad un obiettivo puntato addosso, ma riprendendo le parole di Angela Lagreca: “La narrazione è da sempre usata dall’essere umano. È uno strumento importante di interpretazione della realtà per interagire con il mondo sociale nel quale viviamo. È dunque un modo per comprendere quanto ci circonda e per trasmetterlo agli altri.”
Ascoltare storie e narrarle a nostra volta è insito nella nostra natura. Ci consente di esplorare e comprendere esperienze individuali e collettive. Raccontarci attraverso delle stories è più naturale di ciò che si pensa, farlo senza troppe sovrastrutture e senza la costante ricerca di perfezione, il più delle volte, le rende ancora più attraenti.
La narrazione è terapeutica, aiuta lo sviluppo cognitivo, affettivo, etico e valoriale.
Eppure ancora oggi, alcune modalità di espressione vengono demonizzate e/o derise. Dovremmo imparare ad accogliere e avvalorare i nuovi stili narrativi, e prendere per mano i cambiamenti, percependoli non come minacce, bensì come passi essenziali per una evoluzione.
Le stories, cosiccome le igtv, le dirette, i reels, e tutte le nuove futures di qualsiasi piattaforma social, sono nuovi stili narrativi che entrano ogni giorno a far parte della nostra realtà; sta a noi decidere se farne buon uso o se voltarci, protestare e camminare erroneamente contro una Comunicazione che evolve.