Ma cerchiamo di capire insieme perché una modalità come questa, alle lunghe è deleteria:
1) Per ogni metodica, proficua per un dato lasso di tempo, c’è un momento in cui bisogna abbandonarla, per idearne delle altre, che rispondano alle nuove esigenze dei propri utenti, in un contesto come il digitale, che cambia velocemente.
2) Per ogni azione in cui viene richiesta una ricondivisione (che già se richiesta, non viene percepita come naturale dai propri utenti), c’è una percentuale di persone che si accostano al nostro account, con un interesse minimo o magari strettamente legato a quel singolo argomento. Così per ricevere un pdf, un corso, una consulenza o chissà cos’altro, attiriamo un pubblico che in percentuale non alzerà il nostro engagement rate, se non in una fase iniziale, perché non realmente fidelizzato in toto al nostro operato. E i danni si noteranno solo col passar del tempo.
3) Le “costrizioni” non generano mai piacere. Possiamo essere interessati a ricevere le ultime informazioni in merito a “come pubblicizzare un contenuto con soli 2 euro”, ma alla decima volta che ci viene chiesto di fare qualcosa per ricevere “gratuitamente” in cambio qualcos'altro, non produrremo nessun aumento di followers all’account in questione, perché il gradimento della nostra community si saturerà già dopo le prime 3 ricondivisioni (in altre parole chi voleva seguire @taggamiovunque, lo avrà già fatto se non la prima, se non la seconda, sicuramente la terza volta in cui abbiamo condiviso il suo contenuto). Inoltre applicando in maniera reiterata questa azione, col tempo chi ci segue, inizierà a farsi due domande sul concetto di “regalo”, visto che gli stiamo continuando a chiedere di guadagnarselo.
4) Avete fatto caso che questa modalità è sempre fatta di “doni” riproposti da molti, descritti spesso in modo stupefacente e al tempo stesso assurdi in quanto oggettivi e senza alcun fondamento se non in un contesto generale di regole promosse da qualche guru prima. Perchè dico questo, perchè essendo modalità oggettive, non sono sempre attuabili, non tengono conto né del mercato in cui ci operiamo, tanto meno della nostra tipologia di utenti che ci seguono.
5) Il “taggami e ricondividi” ha preso piede e funzionato molto nel settore del social media marketing, destando l’attenzione di chi voleva saperne di più, per migliorare la propria brandizzazione online o le prestazioni come neo social media manager. Ulteriore problema da considerare è che nel giro di un tot di tempo (parlo di settimane, mica anni eh!) è stata utilizzata per “donare formazione” da parte di tanti ragazzi che da allievi si sono proposti come formatori professionisti in un batter di ciglia. Se ti stai chiedendo perchè l’ho chiamato problema? Perchè questo atteggiamento potrebbe generare nel tempo, una moltitudine di utenti, che non ottenendo risultati visibili da regolette oggettive, crederanno sempre meno nell’efficacia del social media marketing.