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Come
creare una
Community

Come creare una buona Community

Creare un account, una pagina o un gruppo è semplice, dargli modo di esistere grazie ad un pubblico interessato, è tutt’altra cosa.

I social network non nascono come alternativa ad un sito, sono semmai la sua appendice, un microblog attraverso cui condividere con una community, il proprio progetto. Ed è proprio questo il punto su cui cadono molti brand, assimilando le loro pagine social a delle vetrine senz’anima, privandole di quelle interazioni che sono la base per costruire una “rete sociale”.

Chi invece ha compreso l’importanza di avere una community ben salda, ha iniziato ad investire il proprio tempo e i propri sforzi, proprio nelle relazioni. Negli ultimi anni si sono così susseguiti spunti sulle modalità di aggregazione e di interazione, al fine a creare una buona fidelizzazione da parte dei propri utenti.

Creare una community ben salda, che regga alle intemperie e ai cambiamenti degli algoritmi, è una sfida che molti stanno portando avanti.

Giochi a premi, call to action mirate all’interazione, condivisioni sotto richiesta, gruppi tesi allo scambio di like, etc etc. Alcune modalità interessanti, altre totalmente opinabili e a volte deleterie.

Di molte modalità ho visto una nascita, un periodo di permanenza e un naturale declino. Ed ho notato però, che alcune, seppur interessanti si rivelano deleterie, quando vengono promosse da alcuni, assunte da molti, e in seguito utilizzate in maniera costante e perpetuata per molto tempo. Che qualsiasi cosa alle lunghe stanchi, è normale, ma a volte ci si ritrova a vedere riproposte per mesi delle azioni, che “l’ultimo giorno di offerta” decantato da Mastrota, in confronto sembra originale.

Negli ultimi dieci mesi è dilagato il “seguimi e ricondividi nelle tue stories questo contenuto, taggandomi”. Assunto tra l’altro, in maniera totalmente impropria come leitmotiv da molti utenti, che avendolo percepito come proficuo, per il rapido aumento di followers che otteneva su instagram, hanno deciso di attuarlo vita natural durante, un post sì e due no.

In dinamiche simili purtroppo possono incappare tutti. Fino a qualche mese fa, seguivo con interesse alcuni social media manager, che ritenevo giovani future leve del settore, ma che purtroppo ho visto perdersi dietro a questa azione acchiappa-consensi troppo tiepidi statisticamente, per essere considerati proficui.

Ma cerchiamo di capire insieme perché una modalità come questa, alle lunghe è deleteria:

1) Per ogni metodica, proficua per un dato lasso di tempo, c’è un momento in cui bisogna abbandonarla, per idearne delle altre, che rispondano alle nuove esigenze dei propri utenti, in un contesto come il digitale, che cambia velocemente.

2) Per ogni azione in cui viene richiesta una ricondivisione (che già se richiesta, non viene percepita come naturale dai propri utenti), c’è una percentuale di persone che si accostano al nostro account, con un interesse minimo o magari strettamente legato a quel singolo argomento. Così per ricevere un pdf, un corso, una consulenza o chissà cos’altro, attiriamo un pubblico che in percentuale non alzerà il nostro engagement rate, se non in una fase iniziale, perché non realmente fidelizzato in toto al nostro operato. E i danni si noteranno solo col passar del tempo.

3) Le “costrizioni” non generano mai piacere. Possiamo essere interessati a ricevere le ultime informazioni in merito a “come pubblicizzare un contenuto con soli 2 euro”, ma alla decima volta che ci viene chiesto di fare qualcosa per ricevere “gratuitamente” in cambio qualcos'altro, non produrremo nessun aumento di followers all’account in questione, perché il gradimento della nostra community si saturerà già dopo le prime 3 ricondivisioni (in altre parole chi voleva seguire @taggamiovunque, lo avrà già fatto se non la prima, se non la seconda, sicuramente la terza volta in cui abbiamo condiviso il suo contenuto). Inoltre applicando in maniera reiterata questa azione, col tempo chi ci segue, inizierà a farsi due domande sul concetto di “regalo”, visto che gli stiamo continuando a chiedere di guadagnarselo.

4) Avete fatto caso che questa modalità è sempre fatta di “doni” riproposti da molti, descritti spesso in modo stupefacente e al tempo stesso assurdi in quanto oggettivi e senza alcun fondamento se non in un contesto generale di regole promosse da qualche guru prima. Perchè dico questo, perchè essendo modalità oggettive, non sono sempre attuabili, non tengono conto né del mercato in cui ci operiamo, tanto meno della nostra tipologia di utenti che ci seguono.

5) Il “taggami e ricondividi” ha preso piede e funzionato molto nel settore del social media marketing, destando l’attenzione di chi voleva saperne di più, per migliorare la propria brandizzazione online o le prestazioni come neo social media manager. Ulteriore problema da considerare è che nel giro di un tot di tempo (parlo di settimane, mica anni eh!) è stata utilizzata per “donare formazione” da parte di tanti ragazzi che da allievi si sono proposti come formatori professionisti in un batter di ciglia. Se ti stai chiedendo perchè l’ho chiamato problema? Perchè questo atteggiamento potrebbe generare nel tempo, una moltitudine di utenti, che non ottenendo risultati visibili da regolette oggettive, crederanno sempre meno nell’efficacia del social media marketing.

Allora cosa ci serve per evitare di incorrere in qualche modalità che alla fine può rivelarsi deleteria per il nostro progetto?

Per creare una community online dovresti sempre tener conto di 3 cose:

- L’obiettivo del tuo progetto, veicolato dalla voglia di rendere partecipi altre persone.

- La volontà di creare relazioni vere e non spinte a forza, grazie a metodi “coercitivi”.

- Il desiderio di creare un ambiente sereno, regolato dal rispetto reciproco, in cui gli utenti non solo semplici mezzi per gonfiare il proprio ego e il proprio numero di followers, ma persone con cui condividere ciò in cui credi.



Se non perdi di vista questi pochi e semplici punti, sarai sicuramente in grado di distinguere i metodi inefficaci, da quelli che renderanno la tua community ben salda nel tempo.