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MATCH AND THE CITY

I MIGLIORI CONTENT CREATOR DI INSTAGRAM: MATCH AND THE CITY

Spesso ci si chiede, chi seguire su Instagram e puntualmente a causa dell’algoritmo della piattaforma e della divulgazione dei più, si finisce sempre vedere riproposti i soliti account. Instagram si sa, paga chi ha maggiori interazioni, a spese di quei content creator di nicchia, portatori sani di contenuti validi e originali.

Quando la vita ti pone di fronte a dei match e riesci ad uscirne incolume, anche se piena di lividi, estrapolare dalle proprie esperienze, un progetto che apporti un valore aggiunto ad altre persone è uno di quei miracoli che solo chi ha una profonda sensibilità e una smisurata forza d'animo riesce a realizzare.

Disàgio s. m. [comp. di dis- e agio]. – a. Mancanza di agi, di comodità e sim.; condizione o situazione incomoda: soffrire, patire, sopportare disagi di ogni specie. [...] O più genericam. senso d’imbarazzo.

Ed è proprio sul disagio, sensazione che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita, che Marvi ha fondato il suo Match and the City.

Amo da sempre le persone che dalle esperienze personali riescono a trarre dal male, il bene. Un bene che poi elevano a valore comune, smuovendo le coscienze di molti.

Questo è ciò che ha fatto Marvi il momento in cui ha scelto di dare vita a Match and the city.

Non solo un account instagram, bensì un blog, una pagina e ben due gruppi su facebook. Partendo dalle sue vicende personali, da un amore tossico durato 10 anni, l’entusiasmo per l’arrivo in una nuova città, la scoperta di un’app di dating di cui porta alla luce gli aspetti psicologici, con toni leggeri e ironici, per poi soffermarsi su riflessioni più profonde che accomunano ogni donna, Marvi diventa l’emblema della donna che vuole poter vivere senza etichette.

Si fa così portavoce di una lotta contro gli stereotipi di genere e tutti quei retaggi culturali, sintomo di un patriarcato ancora oggi presente, che vedono la donna al centro di un ecosistema che non corrisponde a ciò che sente di essere. Mostrando al mondo finalmente, ciò che la donna è.



E lo fa parlando di se stessa, così come attraverso le storie di donne che si incontrano in uno spazio comune in cui la sessualità e il libero arbitrio vengono supportate in una community fatta da donne per sole donne.

Un luogo in cui il giudizio viene lasciato fuori la porta e la comprensione, così come la libertà di parola attendono ognuna di noi all’ingresso del gruppo Facebook “Match and the City Cafè”.

L’impulso alla condivisione, all’incontro tra virtuale e reale, è così forte in Marvi che le parole su uno schermo si traducono in un libro, Tinder and the City.

“Come accade che a un certo punto due persone si ritrovino nude, pur senza conoscersi, avendo solo scambiato qualche parola via chat? Come si consuma un "rapporto occasionale"? E cosa succede dopo?”

L’app di dating così come la sessualità sono solo le macro sfere che accolgono tematiche multisfaccettate, profonde sugli stereotipi di genere e sul femminismo come “valore” da promuovere per una giusta evoluzione personale e dell’intera umanità. Tutto questo in un progetto di riscoperta di sé stessi. Per sapersi guardare veramente, senza limiti né confini.

Match and the City non è solo un progetto di condivisione di tematiche quali app dating, sessualità femminile, è una storia di coraggio, perché ci vuole coraggio a rialzarsi, a trovare un proprio equilibrio e a dare voce a ciò che si è. Un coraggio che accomuna molte donne, che oggi anche grazie a Marvi, hanno trovato la voglia di dire al mondo chi sono e cosa vogliono.

Le etichette lasciamole sui vestiti, noi donne meritiamo la libertà di poterci spogliare da ogni convenzione a colpi di Match and the City.